Intervista - Caffè in Rosa con Young Women Network | Una rete di donne per le donne

30/04/2025 Autore: Giulia Gotelli

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Alleanza, educazione e mentoring: ecco gli ingredienti per l'empowerment secondo le protagoniste del primo appuntamento dell'anno della rassegna ANRA dedicata ai temi della diversity, equity&inclusion

In uno Stato che si colloca all’87esimo posto su 146 Paesi analizzati dal Global Gender Gap Report del World Economic Forum in materia di parità di genere, perdendo ben otto posizioni dallo scorso anno, il tema dell’empowerment femminile assume una rilevanza cruciale in ogni singolo aspetto della vita quotidiana. 

Dall’educazione scolastica e familiare all’infantilismo nel mondo del lavoro, passando per l’evoluzione di una lingua viva che però fatica a lasciarsi alle spalle il maschile sovraesteso, si rende quantomai necessaria un’azione collettiva che, partendo dall’intervento del singolo sia in grado di andare a cambiare totalmente il sistema sociale in cui ci muoviamo. Senza differenze.

Partendo dal concetto di sorellanza per ampliare la propria strategia di advocacy a un target inclusivo, si è sviluppato (e continua a svilupparsi) così il progetto di Young Women Network, la prima associazione in Italia dedicata al networking, mentoring ed empowerment delle giovani donne che ha aperto la nuova edizione della rassegna Caffè in Rosa, con un appuntamento caratterizzato da una partecipazione senza precedenti organizzato grazie al supporto e all’ospitalità di QBE Italia presso la suggestiva terrazza della loro sede milanese. 

Protagoniste dell’incontro, Veronica Buonocore – Presidente, Young Women Network e Rosy Cosco – Vicepresidente e responsabile comunicazione, Young Women Network, due giovani professioniste che, ogni giorno, attraverso la propria esperienza personale e lavorativa, contribuiscono all’ambizioso progetto di scalfire e infine distruggere il soffitto di cristallo per garantire l’applicazione di una leadership inclusiva e senza differenze. Come? Attraverso una reale alleanza fra i generi, dove chiunque possa dare il proprio contributo concreto, perché “ognuno di noi ha più potere di quello che pensa, anche se ci sentiamo impotenti”.

Ora che conosciamo un po’ meglio le persone alla guida di Young Women Network, è giunto il momento di scoprire l’Associazione: se doveste riassumere Young Women Network in poche parole, quali usereste?
Rosy: “Young Women Network è un’associazione femminista no profit che da oltre 10 anni si occupa di promuovere l’empowerment femminile organizzando eventi aperti per la maggior parte alle nostre associate ma anche a tutte e tutti per sensibilizzare sulla parità di genere e l’empowerment femminile”.
Veronica: “Un altro dei nostri pilastri è il mentoring, grazie a uno dei programmi più noti in Italia a cui finora hanno preso parte più di 2500 persone. Parliamo di Inspiring Mentor, un percorso di 8 mesi che può essere individuale o di gruppo in cui professionisti e professioniste con oltre 15 anni di carriera si offrono di fare “da guida” a giovani donne che si stanno o hanno appena iniziato ad affacciarsi al mondo del lavoro. Recentemente abbiamo aperto il programma anche a 15 giovani uomini under35 che, pur non potendo essere soci, possono essere seguiti da una Mentor donna e supportarci così nell’aprirci a un’alleanza che per noi sta diventando sempre più importante. La nostra Associazione è inoltre posizionata anche a livello istituzionale, un esempio? Lo scorso anno siamo state l’unica associazione di giovani donne a prendere parte al Women7 e a contribuire alla redazione di un communiqué consegnato direttamente ai leader del G7.

Young Women Network si definisce, già a partire dal proprio Statuto, un’Associazione femminista che ha come obiettivo l’empowerment delle nuove generazioni di professioniste. In un Paese che presenta un tasso di disoccupazione femminile quasi doppio rispetto a quello maschile e che continua a perdere posizioni nella classifica globale della parità di genere, quali azioni avete intrapreso e quali obiettivi vi ponete per il futuro?
Rosy: “Young Women Network può fare tantissime cose: i numeri ci raccontano che siamo molto lontani dal traguardo finale, soprattutto se pensiamo che dallo scorso anno abbiamo perso posizioni… Noi ci impegniamo attivamente su questi temi, rivolgendoci alle giovani donne che fanno parte del nostro network ma cercando al tempo stesso di sviluppare il concetto di alleanza. La partecipazione a questo evento ci fa capire quanto noi donne siamo già in quella direzione, mentre gli uomini sono ancora pochi: continuiamo comunque a sperare che in futuro si possa fare qualcosa insieme. Pensiamo che la formazione sia la base su cui costruire tutto. Fino a quando l’empowerment resterà un tema da trattare tra donne per le donne, temo che la parità di genere non la raggiungeremo. Quando coinvolgeremo anche gli uomini, potremo andare lontano”.
Veronica: “Credo che tutto parta dalla consapevolezza di sé, che per noi è il pilastro su cui basiamo tutte le attività dell’Associazione, perché è la capacità di poter essere autentici all’interno della nostra vita personale e professionale. Parliamo di empowerment come di un processo di autopotenziamento che non viene inserito dall’esterno e che, nonostante le critiche, non crea tante donne uguali tra loro: le nostre socie provengono da background diversi e formazione e mentoring sono gli strumenti che usiamo per dare consapevolezza. Nel futuro di Young Women Network c’è una crescita sempre più grande: siamo partite da sette ragazze attorno a un tavolo e oggi siamo oltre 600 Socie in tutta Italia però i nostri eventi continuano a svolgersi in larga parte tra Milano e Roma: il vero obiettivo sfidante è quello di raggiungere davvero ogni angolo d’Italia, anche in quei luoghi dove si parla meno di empowerment. In quest’ottica quest’anno abbiamo lanciato il progetto “Empowerment on the road” che abbiamo potuto realizzare grazie a un bando di crowdfunding che abbiamo vinto e grazie al quale visiteremo sette università nelle sette regioni del Sud per incontrare studenti e studentesse e confrontarci su parità di genere ed empowerment femminile".

Facciamo un esercizio coinvolgendo la sala: quante persone lavorano all’interno di organizzazioni che hanno al loro interno programmi di mentoring? Poche, vedo. Facciamo un commento a caldo su questo?
Rosy: “Non mi sorprende che molte aziende non prevedano programmi di mentoring. Ancora oggi in Italia crediamo poco al potere della connessione con l’altro e al potenziale di un percorso di mentoring e coaching. Siamo stati abituati a parlare di competenze tecniche e se parliamo di soft skill pensiamo che non possano avere lo stesso impatto, soprattutto per quanto riguarda le organizzazioni più piccole, che tendono a essere più restie in questo senso”.
Veronica: “Io lavoro in un’azienda dov’è previsto un programma di mentoring interno ma quello che posso dire del programma Inspiring Mentor di Young Women Network rispetto ai programmi interni è che l’elemento che attrae le aziende esterne è il fatto di poter fare mentoring con persone estranee all’organizzazione. Il nostro programma ha proprio questo dettaglio distintivo: mentor e mentee provengono da aziende diverse. Quello che posso dire della mia esperienza, sono stata mentee cinque volte, è che sicuramente il percorso di mentoring è un qualcosa che potenzia tantissimo perché pur essendo breve, in soli otto mesi se ben strutturato si riescono a ottenere risultati concreti e ti aiuta a passare all’azione”.

Come ANRA abbiamo scelto di far iscrivere tre delle nostre dipendenti alla vostra associazione per fare anche noi un’azione concreta e non fermarci alla discussione. Perché qualcuno dovrebbe iscriversi ai vostri programmi?
Rosy: “Perché entrando a far parte di Young Women Network si entra a far parte di un contesto di confronto e scambio dal valore inestimabile. Noi donne non siamo molto brave a fare networking, ma in questo caso parliamo di una rete di valore e confronto costante, di un’opportunità per le giovani donne di incontrarsi e supportarsi a vicenda. Io in primis mi sono avvicinata all’Associazione nel 2014 e per me è stato come avvicinarmi a un network favoloso: volevo qualcuno che mi dicesse ‘Guarda, sto affrontando questa cosa ma io ce l’ho fatta: puoi farcela anche tu”.
Veronica: “Mi emoziona parlare di questo argomento perché quando ci raccontiamo tra volontarie, pur provenendo da background diversi, scopriamo che tutte cercavamo un posto dove poter esprimere pienamente noi stesse. Personalmente mi sono avvicinata a Young Women Network in un momento di crisi professionale abbastanza forte: il luogo in cui mi trovo in questo momento è allineato con quello che voglio fare? Per me è stato importantissimo confrontarmi con altre giovani donne: non solo mi ha dato un grandissimo coraggio ma ha acceso una scintilla che mi ha dato la spinta per impegnarmi in prima persona. Per questo consiglierei a qualsiasi ragazza di avvicinarsi alle associazioni che promuovono l’empowerment femminile”.

Dall’altra parte so che siete sempre alla ricerca di Mentor, per dare supporto alle vostre Mentee avete bisogno di professioniste che vogliano condividere la propria esperienza con le più giovani. Ci raccontate come funziona la campagna annuale?
Rosy: “Ci siamo avvicinate a oltre 1500 tra professionisti e professioniste che, per diventare Mentor devono avere almeno 15 anni di esperienza professionale oltre al tempo da dedicare alla propria Mentee durante un percorso della durata di otto mesi che prevede circa un incontro al mese a cui si aggiungono alcuni aperitivi collettivi più informali. Il programma di candidatura resta aperto un mese tra gennaio e febbraio: alla chiusura esaminiamo una media di 400/450 curriculum vitae di Mentor che andiamo a selezionare per creare circa 120 coppie all’anno Mentor/Mentee. Si tratta di attività di volontariato che svolgiamo in cambio di un grandissimo ritorno: la gratitudine.
Veronica: “Abbiamo Mentor che ci seguono da 10 anni e ogni anno si ricandidano ma durante il percorso ne monitoriamo periodicamente l’andamento: il programma si chiude con una survey a cui, negli anni, l’80% delle persone ha risposto che ripeterebbe l’esperienza perché arricchente anche per loro. Parliamo di reverse mentoring, sintomo del fatto che il programma può far crescere non solo i e le Mentee ma anche i e le Mentor”.

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07.03.2025 scopri di più